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La prima definizione è di tipo biologico, e viene definita come (Fascetti A., Delaney S., Applied Veterinary Clinica Nutrition, pag. 177): Questa definizione è particolare, perché dipende dalla che consuma un alimento: la fibra che è fibra per un cane non lo è per un che può mangiare praticamente tutte le componenti vegetali (compreso il legno, quindi ciò che è fibra per il cane, che il legno non lo digerisce, non lo è per il tarlo; in pratica, è difficile stabilire cosa sia fibra e cosa sia no, con questa definizione).
32). La definizione è questa: La fibra alimentare, seguendo la definizione chimica, si trova negli ma si compone di molte sostanze diverse tra loro. Costituisce principalmente la una struttura non presente invece nelle cellule animali che conferisce resistenza alle piante. Questo significa che gli alimenti di origine animale, salvo casi particolari come quello dello stomaco bovino non pulito (in cui la fibra è comunque “qualcosa in più”, è il contenuto del tubo digerente che non fa parte, di per sé, dell’organismo del bovino), che deve essere necessariamente presa da alimenti di origine vegetale, come la frutta e la verdura.
14) - Malassorbimento nel cane: sintomi, cause, rimedi e trattamenti. La differenza tra questi due tipi di fibra è la seguente: Le fibre che comprendono la lignina, la cellulosa e le emicellulose non hanno la capacità di disciogliersi in acqua. Riescono ad attirare acqua nella loro struttura, quindi rendono le feci più morbide, e stimolano i movimenti intestinali attirando acqua all’interno dell’intestino, dalle pareti, quindi sono utili per velocizzare il transito intestinale.
Le fibre sono invece fibre che hanno la capacità di sciogliersi in acqua, aumentando la viscosità delle feci e, paradossalmente, anziché velocizzandolo come la fibra insolubile. Questo non è necessariamente negativo, perché alcune fibre solubili (non tutte) sono anche fermentabili, e possono quindi essere utilizzate dai batteri intestinali come nutrimento.
Tra questi grassi c’è , che gli studi scientifici (Case L., Daristotle L., Canine and Feline Nutrition, pag. 14) identificano essere un ottimo nutriente per le cellule dell’intestino, gli enterociti. Questa funzione è, naturalmente, attivissima negli animali erbivori, meno nel cane e nel gatto che hanno un intestino crasso piuttosto piccolo (rispetto a quello di un cavallo o di un coniglio, in proporzione) e non hanno prestomaci (come bovini e pecore); tuttavia, una certa quota di fibra solubile è in grado di anche se non si deve esagerare perché la fibra in eccesso non verrebbe utilizzata, e non essendo nutriente renderebbe più difficile al cane e al gatto assorbire grassi e proteine, di cui ha bisogno.
Nella fibra insolubile è compresa, per prima cosa, la che è una delle poche componenti della cellulosa a non essere un carboidrato, come vedremo tra poco. E’ infatti un polimero organico che ha la funzione di tenere insieme la cellulosa e la emicellulosa. La struttura chimica della lignina. Questo significa che le altre due componenti insolubili, le e le in realtà sono .
A differenza però dell’amido, questi carboidrati , né di altri mammiferi come i I legami che tengono uniti tra loro le singole molecole di glucosio (che nell’immagine qui sopra vedete in nero), infatti, ; se nel primo sono di tipo alfa, nel secondo sono di tipo beta; questo, in modo figurato, significa che i carboidrati sono disposti nell’amido così (Mc, Guire M., Beerman K., Nutrition Sciences to Fundamental to Food, pag - Malassorbimento nel cane: sintomi, cause, rimedi e trattamenti.
Infatti, l’enzima presente nell’organismo del cane e del gatto (più nel cane che nel gatto), l’ha la capacità di digerire la prima catena, ma non la seconda, che percorre così l’intestino rimanendo intatta. Per cui, per chi mi chiede: “è vero che nei vegetali come la carota ci sono i carboidrati”? La risposta è sicuramente ma questi carboidrati se non in piccola parte (alcune molecole di glucosio sono libere, non sono attaccate alla catena, si parla di “zuccheri liberi”), e non possono essere assorbiti dall’organismo del cane e del gatto.
La fibra insolubile è comunque utile in alimentazione, perché se non ci fosse ci sarebbe il , specialmente nell’alimento secco in cui l’acqua è pochissima; se ce n’è troppa si rischia invece la , mentre se è davvero troppa tutta insieme, considerando che lo stomaco non la digerisce, il rischio è il vomito.
Fanno parte della fibra solubile le , presenti in molti frutti, e poi alcuni e , oltre ad alcune gomme di origine vegetali. Tra queste, possiamo scegliere di inserire nella dieta fibre che come i Bifidobacterium, e come i Clostridi e Escherichia coli: fibre con questa capacità sono definite perché hanno la capacità di far crescere le popolazioni batteriche “buone”, non patogene, ma non quelle potenzialmente pericolose per l’intestino.
Ma , in condizioni normali: abbiamo visto che con questo tipo di fibra inoltre la presenza di una sostanza viscosa nell’intestino rende più difficile assorbire gli altri nutrienti (Migliora la salute del tuo cane con una dieta fatta in casa). E poi, se le fermentazioni sono complete, tra i prodotti finali c’è , un gas che viene espulso dall’ano… che non è così piacevole per il proprietario (Fascetti A., Delaney S., Applied Veterinary Clinica Nutrition, pag.
Come abbiamo visto, entrambi i tipi di fibra sono buoni e cattivi allo stesso tempo, per motivi diversi, e . La combinazione perfetta di fibre viene fatta con una proporzione tra fibra solubile e insolubile, e tra fibra fermentabile o non fermentabile; purtroppo, però, non esiste una “” che sia adatta ad ogni cane e ad ogni gatto, perché la fibra per i nostri animali domestici, e considerando che lo stato dell’intestino è diverso da animale ad animale ma, soprattutto, che la il microbiota, può cambiare di molto anche tra animali che vivono in condizioni praticamente identiche (cibo per cani).
Questo, però, non toglie che l’alimento possa essere (che chiaramente bisogna conoscere dal punto di vista botanico!) per capire quali alimenti sono contenuti all’interno e quindi quali tipi di fibra sono presenti; in caso di bisogno bisogna comunque ricordare che per migliorare sia il transito intestinale che la salute generale dell’intestino, quando non si ha possibilità di passare ad un’alimentazione casalinga (Cibi freschi e naturali per il benessere del tuo cane). Dieta casalinga per cani con problemi di peso.
– se il cane è comunque in forma e non presenta altri sintomi – può essere semplicemente trattata con un po’ di granulato di carote, che aiuta a regolare l’intestino. Il ruolo dell'alimentazione nella cura del tuo cane. Questo succede per esempio di frequente in corrispondenza di un cambio di alimentazione, e non è preoccupante. Se il cane invece ha , accompagnata da febbre, perdita di appetito e letargia, la condizione dovrebbe essere trattata con rimedi naturali come zuppa di carote o dieta leggera con riso e pollo, e può rendersi necessaria una visita veterinaria per chiarire le cause del problema.
INDICE: I sintomi di una reazione avversa al cibo possono essere cutanei o gastrointestinali. – I sintomi cutanei sono principalmente costituiti da prurito non stagionale, diffuso o localizzato in una parte specifica del corpo dell’animale. Il prurito interessa generalmente muso, zampe, fianchi, addome, la zona introno alla coda. Può essere localizzato anche nei soli padiglioni auricolari.– sviluppo di lesioni dovute ad autotraumatismo– infezioni– possibile comparsa di eritemi, papule, pustole– dermatiti acute umide (soprattutto nei cani a pelo lungo)– orticarie– perdita di pelo– pelle che tende a scurirsi e a diventare più spessa– pelle a scaglie– otiti– alopecia estesa o localizzata su dorso, addome e cosce– dermatiti ulcerative della testa e del collo– placche eosinofiliche (protuberanze)– formazioni papulo-crostose () Bisogna fare attenzione; i segni clinici cutanei della RAC sono comuni anche a numerose altre patologie cutanee pruriginose, con cui peraltro le reazioni avverse al cibo possono coesistere.
La quantità di allergene necessaria a provocare una risposta in animali sensibili può essere anche molto piccola. Di solito l’animale sviluppa reazioni avverse al cibo che è solito mangiare anche se si tratta della dieta con cui viene da sempre alimentato. Per cui, dal momento in cui viene espresso lo stato allergico o l’intolleranza alimentare, uno o più ingredienti contenuti nella sua dieta non saranno più tollerati e si renderanno responsabili dello sviluppo dei segni clinici.
Quando si sospetta una Reazione Avversa al Cibo la diagnosi si deve sempre basare sull’anamnesi (l’esame di tutti quei dati che possono essere rilevanti per la diagnosi; come luoghi visitati, animali con cui è entrato in contatto il soggetto), la sintomatologia e soprattutto sui risultati di un test dietetico di eliminazione (dieta privativa) (cibo cani).
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